Angelo Pavan, vicentino d'origine, si dedicò prevalentemente al paesaggio, prediligendo soggetti lagunari, veneziani e chioggiotti, dipingendo però anche quadri che esprimono l'interiorità dell'uomo e che evocano dall'intimo la realtà piuttosto che rappresentarla. Inizialmente Pavan è vicino al divisionismo, spostò poi la sua tecnica pittorica verso l'utilizzo di pennellate più ampie e pastose.
In questo olio su tavola, in particolare, è rappresentato un pescatore che indossa il "Cappotto di Salonicco", da cui il titolo del quadro, con la laguna veneta sullo sfondo.
Tale indumento è un pesante soprabito con cappuccio indossato per far fronte ai rigori invernali in mare. La foggia di questo abito da lavoro deriva direttamente delle ultime divise impiegate dall’esercito della Serenissima.Esisteva una credenza tra i chioggiotti legata a questo indumento e al patrono dei pescatori, Sant’Andrea, ossia che chi tra loro entrava per primo nella chiesa dedicata nel giorno della sua ricorrenza, il 30 novembre, avrebbe ricevuto in dono un “capòto de Salonicio” e “na càrega de orae (una cesta di orate). L’aneddoto aveva come scopo forse la canzonatura della categoria dei pescatori, ritenendoli persone di modesta cultura, in quanto l’episodio si sarebbe concluso con una beffa, essendo inevitabile che il primo ad entrare fosse sempre il sacrestano, per aprire la porta a tutti gli altri. Tant’è, però, che questa storiella rimarca quanto il cappotto di Salonicco identificasse la figura del pescatore e quanto rientrasse tra i beni desiderati da chi frequentava il mare.
Dimensioni: 31 x 23 cm senza cornice, 42 x 50 con cornice, spessore cornice 3 cm
Prezzo: 1700 euro