Imponente ed antico "arcile" in legno di noce massiccio e legni vari di classica "scuola Romagnola" di fine '500. Raro esempio di madia tardo cinquecentesca di raffinata fattura in prima patina, interessante anche per gli eleganti decori ad alto e basso rilievo raffiguranti segni beneauguranti e di prosperità. Caratteristica tipica di questi insoliti ed interessanti manufatti lignei era lo sfruttamento totale o pressochè totale di un unico ampio vano interno, in genere con il coperchio (o parte di esso) che si alza per accedere all'interno.
Qui ritroviamo il piede dritto della tradizionale mobilia emiliano-romagnola di fine '500 ed inizio '600. Interessante il cassetto inferiore che delimita la parte bassa del grande mobile. Particolari le "bugnature" sul fronte e sui fianchi (a forma di grandi rettangoli "bilobati" e rombi allungati) realizzati a rilievo, carattere che distingue i modelli tipicamente romagnoli come questo da quelli emiliani (in genere privi di bugne, lisci e ricchi di borchie). Realizzati soprattutto per le grandi cucine e sale da pranzo nobiliari o dell'alta borghesia con la funzione principale di contenere pane e farina (come tutte le madie), gli arcili erano denominati anche “madie dei cavalieri” perché sul coperchio (che si presenta a forma di sacello monumentale) venivano appoggiate le selle mentre, sui bordi rialzati laterali, s'usava appendere i finimenti dei cavalli. Il nome "arcile" potrebbe appunto derivare dalle parole "arcione", "arco" o "arciere" o "arca" (per la tipica forma del grande coperchio).
Arte Romagnola - ultimo quarto del '500
Alta scuola
Romagna - fine del XVI secolo
Misure: altezza cm. 129 - larghezza cm. 211 - profondità cm. 78