Dipinto della scuola Veneta seguace di Tiziano Vecellio, ripropone il tema di Danea e la pioggia d’oro più volte rappresentato nella pittura autorevole che va dal 1500 fino ai tempi di Gustav Klimt -1900.
Olio su tela
Dimensioni : 156 X 114 cm
La storia di Danae e Giove
La storia di Danae e Giove: il mito della pioggia d'oro
Argo, dalle molte torri, era governata da Acrisio che aveva una sola figlia Danae, bellissima ma che non poteva succedergli al trono.
Acrisio andò dunque a consultare un oracolo che gli rispose che Danae gli avrebbe dato un nipote maschio, il quale sarebbe diventato un grande eroe, ma che sarebbe stato causa della sua morte e avrebbe poi regnato al suo posto.
Per impedire il compimento della profezia, Acrisio fece costruire una prigione sotterranea in una delle torri della città con mura di bronzo, dove fece rinchiudere Danae.
La sfortunata Danae, fra le mura di bronzo, era controllata da sentinelle armate che avevano il compito di non far passare nessun uomo.
Ma Giove (Zeus) per penetrare nel sotterraneo e fare che la profezia (volere degli dei) si avverasse, si trasformò in pioggia d'oro che, durante un temporale piovve sulla torre e penetrò sotto terra, attraversando le pareti di bronzo, inzuppò di sé Danae addormentata, fecondandola.
Quando nacque Perseo, il figlio di Danae, Acrisio, udendo i vagiti del piccolo, capì che gli era nato un nipote, perse la testa dal terrore e, rinchiusi Danae e il figlio in una cassa, li fece buttare in mare per liberarsi di loro e cambiare il destino.
Per volere di Giove la cassa rimase a galla e si arenò sulla sponda dell'isola di Serìfo, una delle Cicladi, di cui era re Polidette.
Il fratello del re, mentre era a pesca, trovò la cassa ed i due naufraghi e li portò al palazzo di Polidette che li accolse benignamente.
Pèrseo, il figlio di Giove e Danae, fu allevato come un principe, crebbe sano e forte, buono, generoso e desideroso di gloria, alcune leggende raccontano che la madre Danae intanto era la schiava del re.