Affascinante dipinto di Vincenzo De Stefani mostrato per la prima volta al pubblico alla Galleria Pesaro di Milano nel 1921, durante la Mostra d’Arte Italiana Contemporanea. Una donna elegante, avvolta in un abito nero con dettagli luminosi in blu, è ritratta con grazia su un balcone, con il gomito appoggiato mentre fissa l’orizzonte sulla laguna veneziana. Le pennellate gialle svelano una magica atmosfera notturna, mentre la composizione, attraverso l’utilizzo di una finestra, invita l’osservatore a esplorare l'incantevole panorama oltre la tela.
Nato a Verona nel 1859, De Stefani ha trascorso gran parte della sua carriera artistica a catturare l’essenza e la bellezza di Venezia. Le sue radici veronesi, unite alla sua passione per la città lagunare, hanno dato vita ad opere di straordinaria profondità e bellezza. La vita artistica dell’autore sarà lunga e produttiva, costellata dalla partecipazione ad un elevato numero di mostre collettive e personali che, non essendo un’abitudine frequente per i pittori del tempo, furono di grande effetto per la stampa e per l’opinione pubblica.
Dopo la sua morte nel 1937 sono state organizzate due retrospettive: una nel 1939 alla Galleria Dedalo di Milano con quarantasei opere e una nel 1940 a Verona alla Gran Guardia con ben novantacinque opere a ripercorrere tutta la carriera artistica del pittore.
“Due sono le tendenze pittoriche che il De Stefani assume dal suo tempo e che realmente costituiscono la spina dorsale della sua personalità…: il “pittoricismo”, che allora era erroneamente chiamato “impressionismo”, ed il “romanticismo” etico – ideale. È vero; da principio si trova nella sua produzione anche quel quadro di 'genere' che, da Venezia Napoli, s'ispirava a Favretto. Ma... segue subito una trasformazione: il compito narrativo trova un cambiamento in quella scena di azzardo e d'impeto pittorico, che si dice il De Stefani abbia assunto dal Carcano e dai lombardi in genere… Si può dire che l'attitudine alla pittura d'impeto, di getto immediato durò, nella sensibilità, per tutta la vita del pittore e trovò un sempre maggiore impulso dinamico fin negli ultimi accesi fiori e paesaggi che più si ispirano alla modernità." (Vincenzo Costantini).
"Il trasferimento a Venezia sembra determinare un allontanamento di De Stefani dalla pittura lombarda e in particolare dall’indirizzo 'impressionista' indicato da Carcano, che gli aver procurato il dissenso di molti critici e che ora si mostrano nuovamente incoraggiati. Il veronese, quindi, intuite le potenzialità della pittura veneziana, ne adotta i colori vivaci e i soggetti piacevoli; tuttavia, egli non punta alla scenetta di genere, ma prende a modello lea impegnative composizioni di Nono, Milesi e Tito, sebbene raramente riesca a organizzare scene così complesse. De Stefani coltiva anche il ritratto, genere o che gli risulta particolarmente congeniale." (Elena Casotto).
L'opera misura 80 cm H e 70 L senza cornice e 96 cm H e 88 cm L con cornice.
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