Mario Salazzari, “Gruppo equestre”, gesso, 1934.
La statua in gesso di Mario Salazzari del 1934, intitolata "Gruppo Equestre", è un bozzetto preparatorio per la statua presente a Ponte della Vittoria a Verona. Questa opera presenta un uomo che tiene un cavallo per la bocca con una mano, mentre con l'altra mano impugna una spada. Accanto a lui, vi è una donna che regge in mano un ramoscello d'ulivo.
L'uomo, probabilmente raffigurante un guerriero o un condottiero, mostra una posa decisa e risoluta, simboleggiando forza e determinazione. La presenza della spada suggerisce il tema del combattimento o della difesa.
La donna, con il ramoscello d'ulivo, simboleggia la pace e la prosperità, offrendo un contrasto significativo con l'immagine del guerriero. La combinazione di questi elementi suggerisce un tema di conflitto e risoluzione, di lotta e pace, forgiando un'immagine potente e simbolica.
Mario Salazzari (1904-1993) è stato uno scultore, partigiano e poeta italiano. Trascorse parte della sua infanzia in Germania, dove imparò il tedesco oltre al dialetto veronese. Tornato a Verona, interruppe gli studi nel 1916 per diventare apprendista tornitore di proiettili. La sua passione per l'arte lo portò alla bottega d'arte funeraria del fratello Celeste Prati, dove scolpì scene di vita quotidiana. Frequenta l'Accademia di Belle Arti dal 1919 al 1923, influenzato dallo scultore Eugenio Prati.
Salazzari si affermò nel mondo dell'arte vincendo il concorso per il Monumento ai Caduti di Verona nel 1920, che completò nel 1925. Durante questo periodo, conobbe gli artisti "secessionisti" di Ca' Pesaro e sviluppò uno stile neopreclassico influenzato dall'arte etrusca, greca e severa. Nel 1928, il suo Monumento al Pontiere fu inaugurato a Piacenza. Nel 1936, vinse il concorso per i gruppi alla Vittoria.
Nel 1943, abbandonò il fascismo per unirsi alla Resistenza, comandando formazioni partigiane e liberando ostaggi. Fu arrestato nel 1943 e torturato, perdendo l'uso della mano destra. Condannato a 30 anni di carcere nel 1945, evase nel 1946 e divenne docente alla Scuola Brenzoni di Sant'Ambrogio di Valpolicella, continuando a progettare opere con gli studenti.
L’opera misura 97 cm H, 96 cm L e 50 cm P.
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