Asia centrale, tribù nomadi ersari del pieno ottocento o forse prima metà. Imponente e museale Ersari denominato “di corte”, di grandi dimensioni; molto fine, dalla elevata densità di nodi con estrema nitidezza delle figure. Magnifica tonalità di rosso vivo naturale perfettamente preservato, probabilmente ottenuto dall'insetto della cocciniglia. Misura cm. 520 x 335. In ottime condizioni di conservazione. Minimi circoscritti restauri. Provenienza: residenza nobiliare centro-europea. N.B. Il tappeto è stato volontariamente fotografato all'aperto in piena luce, per cercare di riprodurre al meglio gli splendidi colori naturali. Le piccole aree più chiare sono determinate dal filtrare della luce del sole attraverso delle foglie soprastanti. Il tappeto è in ottime condizioni e non presenta alcuna area sbiadita. Le fotografie purtroppo non riescono a riprodurre il calore e la brillantezza dei colori. Il tappeto, visto dal vero, è sicuramente molto più bello che in foto. Il gradevole Abrash presenta delle delicate variazioni cromatiche. D'estrema rarità perchè gli Ersari di queste dimensioni erano di proprietà dei regnanti le tribu' e commissionati per particolari ricorrenze (matrimoni, case reali ecc.). La tenda dei nomadi Ersari infatti difficilmente superava i 4 metri. Un tappeto simile ma forse non così bello, arreda la sala delle udienze della Corte Costituzionale Italiana
I tappeti Ersari antichi, passione di numerosi collezionisti, sono stati annodati dalle popolazioni nomadi Ersari in una vasta zona a sud del lago d'Aral che costituiva l'antico Turkmenistan e Turkestan. Questi popoli erano più abituati a spostarsi in piccoli gruppi in modo ciclico e continuo, indipendentemente dall’evento stagionale, ed erano molto disponibili, quando entravano in contatto con genti interessate, a stabilire contatti commerciali anche piuttosto duraturi. Per fare questo, si trasformavano in sedentari per periodi più o meno lunghi, ritornando a spostarsi una volta terminato il rapporto economico. Nel capitolo secondo del testo “Tappeti dei nomadi dell’Asia centrale” , è citato ad esempio quando, nel XVIII° secolo, numerose tribù, appartenenti a diversi ceppi tribali, si trasferirono in massa verso il territorio dell’Amu-Darya per fermarsi e dedicarsi alla annodatura e fornitura dei mercati di Bukhara, Samarcanda e di altre città. Questo manufatto molto fine, realizzato probabilmente su ordinazione di una committenza elevata e su di un telaio espressamente costruito per l’occasione, rappresenta straordinariamente la “forza, la potenza, l’eleganza” che i tappeti tipicamente nomadi Ersari avevano; ciò per la simbologia e la forma arcaica dei “Gol” e le arcaiche testate a tecnica Kilim, tipiche degli esemplari più antichi di questa provenienza. Questo tappeto è molto raro non solo per la finezza e le imponenti dimensioni, ma sopratutto per la spendida tonalità, viva come all'origine, di brillante e caldo rosso carminio probabilmente realizzato con il costoso estratto di cocciniglia. Il carminio (dal latino chermes: verme) è una tonalità di rosso che prende il nome da un colorante naturale, ricavato dal corpo disseccato di un insetto, noto come la cocciniglia del carminio (Dactylopius coccus). Tale colore, nei tappeti antichi appunto, era molto raro e destinato ai manufatti più costosi e destinati alle committenze più elevate. Il rosso mattone più frequentemente usato nei tappeti antichi, era in genere ottenuto dalla radice dell'arbusto della robbia. Interventi pregressi di restauro minimi e circoscritti. Patina e segni d'uso coerenti con l'antichità.
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