XVII secolo, Scuola Veronese
Coppia raffigurante volti di Sante
(2) Olio su ardesia cm 19 x 14
Con cornice, cm 30 x 25
Il presente pendant, realizzato a olio su ardesia di forma ottagonale, raffigura i volti di due Sante entrambe incoronate. Questo indica che le due effigiate prima di ricevere il martirio erano principesse; pertanto, è plausibile che una sia Sant’Orsola e l’altra Santa Margherita di Scozia che sposò nel XII secolo Malcolm III di Scozia. La prima è identificabile dalla presenza della bandiera: Sant’Orsola, infatti, viene infatti comunemente raffigurata reggente il vessillo dell’Inghilterra suo paese di origine. La seconda è invece riconoscibile dalla croce che tiene con la mano destra suo attributo tipico insieme alla corona. Entrambe hanno il volto ruotato dalla parte opposta rispetto al busto, conferendo un piccolo accenno di movimento alla composizione, e rivolgono lo sguardo verso l’alto in cerca di un segno divino.
La coppia si caratterizza per la brillantezza dei colori saturi e quasi smaltati, peculiarità esaltate dalle proprietà intrinseche della pietra impiegata come supporto, la cui cromia scura viene lasciata intatta per fare da sfondo alle figure., la verità espressiva ma non drammatica dei volti e il loro valore plastico riconducono ai pittori di origine veneta e più in particolare veronese del Seicento.
Si possono intravedere punti di contatto con i pittori formati a bottega di Felice Riccio (1539 1605) pseudonimo di Felice Brusasorzi, come Sante Creara (1571 – 1630), Pasquale Ottino (1578 – 1630), Alessandro Turchi detto l’Orbetto (1578–1649) e Marcantonio Bassetti (1586 – 1630).
A conferma di tale ipotesi è proprio il tipo di materiale impiegato ovvero la pietra: questa pratica viene iniziata da Sebastiano del Piombo a seguito degli eventi disastrosi del Sacco di Roma, con l’intento di conferire maggior durata alla materia pittorica con un anelito alla sua eternità. La pratica si diffuse poi abbastanza velocemente e furono molti gli artisti a impiegare varie tipologie come base della prorpia pittura. Fra questi vi è anche il Brusasorzi il quale impiegava spesso la pietra di paragone per dipingere e come lui fece lo stesso il suo allievo l’Orbetto. Proprio a quest’ultimo sembra fare riferimento l’autore del nostro pendant, come mostrato dai confronti con alcune opere dell’Orbetto quali la Santa Cecilia a Brera, o la Madonna con bambino e la Cleopatra di Collezione Privata, così come in altre raffigurazioni di Allegorie in cui si ravvede la medesima delicatezza dei passaggi tonali, la costruzione dei volti basati su un ovale perfetto, e la loro calibrata espressività.
Pertanto, è possibile riferire Sant’Orsola e Santa Margherita di Scozia a un pittore prossimo all’Orbetto e più in generale ala scuola Veronese del Seicento
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