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Giuseppe Camino (Torino 1818 - Caluso 1890)
Giuseppe Camino nacque a Torino nel 1818. Terminati gli studi classici si avviò, per volere del padre, alla carriera amministrativa che però presto abbandonò per seguire l'irresistibile tendenza verso l'arte diventando uno dei paesaggisti piemontesi dell'Ottocento meglio compresi dal pubblico.
Formatosi alla scuola dello scultore Giuseppe Bogliani e dividendo lo studio con Angelo Beccaria, iniziò la sua carriera artistica con opere di carattere religioso: la pala d’altare raffigurante San Vincenzo De Paoli nella chiesa di Rocciamelone, la Via Crucis nella Chiesa della Visitazione a Torino e i paesaggi dell’affresco nella controfacciata della chiesa di San Massimo, le figura sono di Andrea Gastaldi (1826-1889). Successivamente si dedicò alla pittura di paesaggio dipingendo la campagna romana e napoletana dopo i viaggi di studio del 1845 e 1846. Negli anni Cinquanta il suo linguaggio giunge a maturità, aggiornatosi sull’esempio del grande paesaggismo nordico, grazie al viaggio compiuto tra il 1851 e il 1852 a Parigi, Ginevra e Londra, dove fu ospite di Emanuele Tapparelli d’Azeglio. Importanti furono i modelli di Benevello e D’Azeglio. Dagli anni Sessanta si dedicò soprattutto a paesaggi montani piemontesi e valdostani e alla campagna canavesana.
Fu socio fondatore della “Società Promotrice delle Belle Arti”, del “Circolo degli Artisti” di Torino, realizzo scenografie per il Teatro e fu professore all'Accademia Albertina di Belle Arti. La sua produzione artistica, con riferimenti anche alla scuola di Rivara, si inserisce tra le esperienze paesiste di D'Azeglio e la disinvoltura sensuale, rapida e materica di Delleani. Nella seconda parte della sua vita si fece costruire una villa a Caluso, nella quale si ritirò nel 1864 continuando a dipingere e lì si spense nel 1890. Opere di Giuseppe Camino sono conservate nella Galleria d’Arte Moderna di Torino e di Firenze, nel Castello di Agliè, in quello di Racconigi, in Palazzo Cisterna a Torino.