Coppia di zuccheriere di porcellana
Meissen, 1748-1775 circa
H cm 13 x diametro cm 13
Stato di conservazione: lievi mancanze ai pomoli
I servizi della manifattura Meissen costituiscono un esempio principe della diffusione della porcellana presso le corti europee e in tutte le tavole nobiliari della seconda metà del secolo XVIII. La raffinatezza delle forme e dei decori e la grande perizia tecnica raggiunta dagli operatori della manifattura di Dresda furono per molto tempo insuperati anche nella realizzazione di decori meno famosi.
Le due zuccheriere di porcellana sono ottenute a stampo e hanno corpo globulare sagomato e decorato, alternativamente, da scomparti con fiori a rilievo e scomparti lisci sui quali è delineato un ornato policromo a fiori occidentali. L’orlo, decorato con un motivo a graticcio in oro, presenta un incavo per sorreggere il cucchiaio. I coperchi, a cupola, recano lo stesso motivo ornamentale e sono sormontati da un pomolo plasmato a forma di bocciolo floreale con petali sottili e stami filiformi.
Le due zuccheriere sono ascrivibili con sicurezza alla manifattura sassone di Meissen, come testimonia, sotto ognuna delle basi, la marca con le spade incrociate. Lo stampo delle due opere trova riscontro in stoviglie coerenti per dimensione e modalità decorative come, ad esempio, le tazze o le caffettiere del servizio con decoro “Watteaumalerei”, databile tra il 1748 e il 1775 circa. Si veda in particolare la piccola zuppiera con manici applicati del servizio della corte di Sassonia noto come servizio con “figure verdi Watteau” (U. Pietch The Dresden Porcelain Collection: China, Japan, Meissen, 2006 pp. 130-131.) in cui la coerenza della forma, i fiori a rilievo, ma soprattutto i mazzetti floreali minori ci confortano nell’attribuzione.
Nella pubblicazione sulla porcellana di Meissen di Otto Walcha, si confronti in particolare la decorazione minore a piccoli fiori, presente nel pomolo di un bastone da passeggio, molto affine a quella utilizzata nel decoro delle zuccheriere. (Otto Walcha, Meißner Porzellan von den Anfängen bis zur Gegenwart, Dresden 1973, nn. 167-169).