Nicola Casissa (Napoli? - Napoli 1731) "Natura morta con un rapace che ghermisce un uccello morto" olio su tela.
cm 113x122,5
Expertise Dr. Gianluca Bocchi
Nicola Casissa nacque nella seconda metà del XVII secolo, probabilmente a Napoli, città dove lavorò attivamente nel primo trentennio del secolo successivo.
La fonte storica per eccellenza, il biografo napoletano Bernardo De Dominici, lo menziona tra gli allievi di Andrea Belvedere, ricordando che “fece molto onore al Maestro, e le sue prime opere molto somigliano quelle dell’Abate, ma in progresso di tempo variò maniera, e si fece un suo proprio stile, e massimamente ne’ fiori”.
La descrizione degli stilemi di Casissa tramandata da De Dominici si attaglia perfettamente alla visione di questa e di altre gustose tele di sapore barocchetto, spiegando bene perché le sue opere ebbero tanto successo sia tra gli intenditori sia tra coloro che si dilettavano di rimirarle seguendo il gusto decorativo in linea con la moda del tempo: “… e accompagnando i fiori con sue fontane, erbe di cardi, Anatre, ed altri uccelli, piacque a’ Dilettanti, laonde molte opere condusse in servigio di varj Titolati, e adornò moltissime case di Cittadini”
Fortunatamente il mercato ha restituito nel tempo numerose opere firmate o siglate da Nicola Casissa, permettendo agli studi sul pittore di progredire e di affinare molto le proprie conoscenze, consegnandoci al contempo la figura di un artista più completo e versatile di quanto suggeriscano le sole parole dello storico napoletano, evidentemente focalizzate sui suoi temi di maggiore successo.
Se infatti Andrea Belvedere lasciò in eredità ad alcuni dei suoi allievi il gusto per la raffigurazione di giardini con grandi vasi floreali e fontane zampillanti dove giocano anatidi e altri uccelli, è anche vero che taluni come Gaspare Lopez e Giuseppe Lavagna non si discostarono mai tali impianti, mentre altri come Gaetano Cusati e Nicola Casissa dimostrano di aver coltivato interessi più ampi spaziando anche nel campo della selvaggina
Quesdti due generisti napoletani furono figli del loro tempo, cresciuti nel culto dell’imperante gusto barocchetto, dotati di una spiccata attitudine per la teatralità ma anche visibilmente influenzati dai modelli nordici. L’influenza fiamminga su Casissa si nota anche nelle frequenti presenze di falchi e altri rapaci nell’atto di ghermire altri uccelli sia in volo che stando appoggiati a terra o su una elegante base in pietra scolpita come in questo caso.
Rispetto ai modelli nordici importati a Napoli dalle tele di David de Coninck e dei seguaci locali di Jan Fith, un artista rococò quale Nicola Casissa rifugge il ricercato realismo fiammingo e, nel nostro dipinto, attenua la crudeltà della scena illustrando un falco dotato di una innaturale livrea di penne azzurro turchino. Si tratta di un espediente cromatico volto alla pura decorazione che ben equilibra una composizione impostata su quattro punti focali posti agli angoli della tela.
Nel nostro inedito dipinto non si mancherà di segnalare infine, in basso a sinistra, il ramo di boules de neige adagiato sull’acqua, una chiara citazione dalla celebre tela di Andrea Belvedere del Museo Nazionale e Real Bosco di Capodimonte.
Luminoso decorativismo, ingegno combinatorio, scelte cromatiche sapientemente combinate su elementi di diversa estrazione culturale sono le caratteristiche principali dell’arte barocchetta di quel personaggio eclettico che fu Nicola Casissa.
Gianluca Bocchi