COD: 11044
Splendido dipinto mitologico del XVII secolo. Opera ad olio su tela raffigurante un soggetto dal grande fascino, Venere punisce Amore. Troviamo la Dea con il figlio sulle ginocchia, lui cerca di divincolarsi spaventato mentre Venere è pronta a colpirlo con il flagello. Naturalmente si tratta di un'allegoria dove appare chiaro il biasimo verso chi si abbandona al volere di Eros. Cupido infatti fin dall'antichità era visto come un Dio capriccioso, causa di calamità per il suo portare le persone ad agire in modo folle o scorretto pur di soddisfare il proprio desiderio. Sdraiato in primo piano troviamo Efesto con il suo martello, il marito di Venere guarda divertito la scena insieme ai suoi aiutanti, dei giganti raffigurati in questa particolare composizione con tre occhi. Quadro di grande qualità pittorica sotto ogni aspetto, in particolare nella realizzazione degli incarnati dove il pittore mette in risalto la differenza tra la pelle diafana e delicata di madre e figlio e quella più scura del Dio del fuoco e dei suoi ciclopi. Opera attribuibile al pittore italiano Filippo Abbiati (1640-1715), tra i maggiori esponenti del barocco milanese, mancante di autentica. Spettacolare cornice antica coeva in legno scolpito, laccato e dorato, in buone condizioni con alcuni segni del tempo. Dipinto che ha subito un intervento di restauro con rintelo, sostituzione del telaio e ripresa del colore in alcuni piccoli punti, nel complesso in buono stato conservativo. Opera facente parte di una coppia (vedi foto e richiedi il prezzo del pendant se ancora disponibile). Luce dipinto H 111 x L 142 cm.
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