L’opera è un ritratto che raffigura, con tanto di baffi e pizzetto, un uomo in arme con il bastone di comando in mano e, dietro, una finestra aperta verso una stilizzata scena di battaglia. L’opera colpisce per i dettagli del vestiario e per l’armatura che rimandano alla Lombardia spagnola, col vistoso colletto di pizzo che arriva a coprire gli spallacci metallici, gli stivali di morbido capretto col copristinco a farfalla pure vistoso, l’elmo da parata sul tavolo, con esiti che ricordano, molto da vicino, quelli dei ritratti bresciani del lucchese Pietro Ricchi, come il “Ritratto equestre di un Caprioli”.
Testi di Enrico Maria Guzzo
L’opera misura 194 cm H e 114 cm L.
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