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Scheda articolo 155281
ROSA DA TIVOLI - IMPORTANTE ED IMPONENTE "SCENA PASTORALE" - Philip Roos detto ROSA DA TIVOLI (Sankt Goar 1655 - Roma 1706) - opera museale 
Epoca : Seicento

SCENA PASTORALE - Philip Roos detto ROSA DA TIVOLI
 (Sankt Goar 1655 - Roma 1706)

Importante olio su tela entro grande cornice lignea dorata e intagliata coeva.
L'opera, recentemente restaurata a cura della Dr.ssa Marilena Gamberini di Imola, è stata sottoposta ad indagine radiografica con ricomposizione multimediale. La stesura pittorica attuale (risalente alla seconda metà del '600) rivela, in alcune parti sottostanti, una più antica stesura (anteriore di qualche decennio) sul tema della natura morta.
Di grande rilievo pittorico la composizione bucolica tipica dei modi compositivi di cui Philip Roos detto Rosa da Tivoli (Francoforte 1655 - Roma 1718), assieme al Brandi, è considerato un caposcuola.

Alta scuola

Roma - seconda metà del '600

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Misure : Altezza 130.0 cm Larghezza 180.0 cm.


 


 

Philipp Peter Roos, detto Rosa da Tivoli (Sankt Goar, 30 agosto 1657 – Roma, 17 gennaio 1706), è stato un pittore tedesco del periodo barocco.

Apparteneva ad una famiglia di pittori e incisori tedeschi: suo padre era Johann Heinrich Roos, il più importante pittori di animali tedesco del XVII secolo.

Giunse in Italia nel 1677 con una borsa di studio del Langravio di Assia, a condizione che ritornasse presso la sua corte. Tuttavia disattendendo le condizioni del Langravio, non ritornò più in Germania. Studiò a Roma presso Giacinto Brandi, la cui figlia Maria Isabella sposò nel 1681, dopo aver abbracciato la Fede cattolica.

Nel 1684-1685 acquistò una casa presso Tivoli, il che gli valse il nomignolo di Rosa da Tivoli. Roos allevava gli animali che dipingeva in questa casa sgangherata, che per questo era detta L'Arca di Noè. A partire dal 1691 visse principalmente a Roma, dove divenne membro della Schildersbent con il soprannome di Mercurius, per la velocità con cui eseguiva i suoi dipinti e per la facilità con cui dipingeva. Questa rapidità di esecuzione gli era particolarmente utile: infatti, spesso senza denaro, dipingeva uno o due quadri che faceva vendere al suo domestico ad un qualsiasi prezzo per poter pagare il conto della locanda. Visse in modo dissoluto e morì in miseria.

La maggior parte delle sue opere rappresentano animali domestici con i propri mandriani nella campagna romana. Gli animali sono generalmente dipinti in primo piano e dominano la scena, mentre il paesaggio si intravede al di sotto. Roos stende la sua pittura ad impasto rendendo i mantelli, la posizione e i movimenti di ogni specie con grande talento.

Negli anni intorno al 1680 l'artista generalmente ritraeva piccoli gruppi di animali (pecore e capre, spesso guidate da un caprone con corna ricurve), con i pastori di lato in abiti grezzi, vicino agli animali. Lontano valli selvagge si alternavano a pareti scoscese illuminate da una luce giallo-bruna; le montagne distanti erano rese con i toni dell'azzurro. Sullo sfondo spesso erano dipinte antiche rovine. Intorno agli anni '90 del XVII secolo, Roos dipinse soprattutto paesaggi e a trasformare motivi paesaggistici naturali in visioni insolite e ricche di movimento.

Anche se in genere quest'artista dipingeva paesaggi ed animali, tuttavia era in grado di realizzare composizioni più complesse, come testimoniato dal disegno” Deposizione dalla croce” ora al Jean Paul Getty Museum.

Lo stile di Roos rifletteva il suo metodo di lavorare. Era infatti caratterizzato da un utilizzo di pennellate intense, a volte quasi grossolane e da un forte contrasto tra luce ed ombra.


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