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Epoca : Seicento

SAN BARTOLOMEO  – Olio su tela XVII secolo  
Seguace di  Jusepe de Ribera

DIMENSIONI : TELA 88 X 108 CM

Bartolomeo o Natanaele?
Il suo nome, Bartolomeo, significa "figlio del valoroso". Secondo la maggior parte degli studiosi, però, sarebbe in realtà Natanaele (in ebraico "dono di Dio"): così viene indicato nel Vangelo di Giovanni. A cominciare dal sec. IX la chiesa siriaca ha identificato l'apostolo Bartolomeo con Natanaele, nativo di Cana in Galilea, che viene ricordato solo dal quarto vangelo in due punti (1, 43-51; 21,2). Natanaele doveva essere il nome personale mentre Bartolomeo il cognome o meglio un soprannome?  Il suo nome è chiaramente un patronimico, perché formulato con esplicito riferimento al nome del padre. Infatti, si tratta di un nome di probabile impronta aramaica, bar Talmay, che significa appunto “figlio di Talmay”

Il suo profilo evangelico e il senso teologico della sua figura
Null'altro si conosce delle origini di Natanaele-Bartolomeo all'infuori di quanto narra il Vangelo di Giovanni. Durante uno sposalizio a Cana di Galilea, Andrea conduce suo fratello Simone e Filippo vi conduce Natanaele presentandoglielo come profeta e fornendo anche il nome, il cognome e il paese di provenienza ( Gesù, figlio di Giuseppe di Nazaret ).  Natanaele reagisce scetticamente, probabilmente perché egli condivide l'antagonismo  campanilistico esistente fra le due località vicine ( Cana e Nazaret ), ma Filippo lo invita a fare l'esperienza diretta che gli avrebbe consentito di superare l'iniziale scetticismo. A prima vista quella di Natanaele-Bartolomeo sembrerebbe una figura "secondaria", quasi sempre eclissata da personalità più forti.  Ma nel Vangelo di Giovanni troviamo un episodio che invece lo vede protagonista e che offre numerosi spunti di riflessione: è la chiamata dell'apostolo. Natanaele si trova seduto all'ombra di un fico quando viene raggiunto dall'amico Filippo che con tono entusiastico gli dice «Abbiamo trovato colui del quale hanno scritto Mosè nella Legge e i Profeti, Gesù, figlio di Giuseppe di Nazareth». Bartolomeo è però scettico, diffidente, tanto che risponde con sprezzante incredulità: «Da Nazareth può mai venire qualcosa di buono?».  E' un uomo concreto e ragiona secondo i canoni dalla tradizione: conosce benissimo quell'insignificante agglomerato di casupole che si trova a pochi chilometri da casa sua e gli pare incredibile che un posto simile, mai menzionato nell'Antico Testamento, possa aver dato i natali al Messia, il liberatore di Israele che tutti attendono. Natanaele ha lo sguardo pessimista e un po' frettoloso di chi si ferma all'apparenza. Ma si ricrederà presto. Infatti, incontrandolo, Gesù dice di lui: «Ecco davvero un Israelita in cui non c’è falsità»: è una straordinaria attestazione di fiducia che non ha uguali in tutti i Vangeli. L'uomo, infatti, ne resta spiazzato: «come  mi conosci?» domanda. E Gesù: «Prima che Filippo ti chiamasse ti vidi mentre eri sotto il fico». Questa frase tocca nel profondo il cuore di Bartolomeo: coglie forse una domanda inespressa, un pensiero nascosto, testimoniando come Gesù sappia leggere nelle pieghe più segrete dell'interiorità. Fatto sta che l'ex-scettico si trasforma nel volgere di un istante in un fervente seguace di Cristo: «Rabbi, tu sei il Figlio di Dio. Tu sei il re d'Israele!» afferma convinto. Ma ora è il maestro a smorzare i toni: «Perché ti ho detto che ti ho visto sotto il fico, tu credi? Vedrai cose ben più grandi di queste». Una risposta che talvolta viene citata come esempio dell'ironia presente nel Vangelo di Giovanni. Bartolomeo fu testimone del promo miracolo di Gesù alle nozze di Cana. Bartolomeo crebbe all'ombra di Gesù, che egli dapprima come discepolo e poi come apostolo seguì fedelmente in tutte le peregrinazioni della Giudea, della Samaria e della Galilea. Assieme ai suoi discepoli vide miracoli e guarigioni ed assise nel cenacolo all'ultima cena di Gesù che lì istituì l'eucaristia ed il sacerdozio. Fu presente all'ascensione di Gesù che dalla cima del monte si sollevò al cielo. Fu accanto a Maria nel cenacolo, ove gli apostoli raccolti in preghiera ricevettero lo Spirito santo in forma di tremolanti fiammelle sopra ciascuno di loro.
Jusepe de Ribera, conosciuto anche come José de Ribera, o col soprannome Spagnoletto (Xàtiva, 17 febbraio 1591 – Napoli, 2 settembre 1652), è stato un pittore spagnolo, attivo principalmente a Napoli. Fu uno dei massimi protagonisti della pittura europea del XVII secolo ed uno dei più rilevanti pittori che seguirono il filone del caravaggismo. Assieme ad altri pittori dell'epoca, come Luca Giordano, Francesco Solimena, 
Nato a Xàtiva, vicino Valencia, nel 1591 da Simón de Ribera (calzolaio) e Margarita Cucó e fratello di Juan (pittore anch'egli), iniziò probabilmente l'apprendistato con Francisco Ribalta che nella città valenziana aveva una frequentata “bottega”.

 
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