L’okimono giapponese in avorio raffigurante una donna che con la mano sinistra sorregge il bambino alle sue spalle, mentre nella mano destra ha uno specchietto con il simbolo del sole.
Gli specchi, che vengono fatti per tradizione di forma tonda, nella cultura giapponese, rappresentano il simbolo del sole. Sono considerati, inoltre, oggetti intimi che custodiscono l’anima del suo padrone.
Il komono della donna è riccamente decorato da grandi fiori intagliati e colorati.
La parola giapponese “okimono” può essere tradotta come “oggetto da posare”. Normalmente gli okimono sono grandi da 20 a 60 cm e sono simili, ma più grandi, dei netsuke ( 根付 ), delle sculture in miniatura inventate nel Giappone del XVII secolo.
A differenza dei netsuke, che avevano uno scopo ben specifico, gli okimono erano oggetti puramente decorativi.
Gli okimono spesso rappresentavano ogni sorta di bestiame, animali mitologici, umani, divinità, frutta e verdura. A volte poteva essere rappresentata anche una scena quotidiana o una storia. Gli okimono venivano fatti in vari materiali come i preziosi avorio e corallo, ma anche in legno, bronzo, argento o combinazione di questi materiali.
Durante il periodo Meiji (un momento storico del Giappone che comprende i 44 anni di regno dell’Imperatore Mutsuhito che va dal 1868 al 1912) molti okimono furono fabbricati per l’esportazione verso occidente ed è il periodo della fioritura degli okimono come arte.
Il collezionismo di okimono e netsuke era molto comune tra i viaggiatori occidentali che visitavano il Giappone durante il periodo Meiji.
In Giappone l’okimono non veniva esposto solo per la sua bellezza intrinseca, ma per il suo significato simbolico ed era spesso mostrato in occasione di eventi o ricorrenze particolari.
Epoca di produzione: epoca Meiji (1868-1912)

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