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Scheda articolo 314586
Autore : Mallerini Prospero
Prospero Mallerini, firmato. Cm. 21,5 x 32 
Epoca : Settecento

C’è un’atmosfera ‘crepitante’ in questa rappresentazione della vita di Gesù, quasi si percepisse che da un momento all’altro la tensione potrebbe rapidamente volgere in rissa. È come se Il gesto narrato nell’episodio biblico della ‘Lavanda dei piedi’ agli apostoli, compiuto dal Messia per smorzare lo scontento nato dal bisogno di stabilire tra loro la maggior vicinanza nei confronti del maestro, non avesse sortito nessun risultato. Anzi, stesse ulteriormente alimentando il malumore. Il movimento inquieto dei discepoli fa da contraltare alla pacatissima ambientazione dove 47 si è appena svolta ‘L’ultima cena’: un grande tempio, perfettamente simmetrico, con due colonnati centrali e due nicchie vuote in primo piano, la tavola ancora apparecchiata ma ormai sgombra con alcuni servitori che parlano tra loro, e sullo sfondo un’apertura chiusa da una tenda verde che cela l’ingresso del tempio. L’immagine di grande potenza e scioltezza derivate anche dalla tecnica utilizzata – tempera  su carta – estremamente corsiva, nutrita di un superomismo michelangiolesco di evidente matrice ‘camucciniana’ come se il suo autore volesse compiere un omaggio dichiarato al grande artista neoclassico, può essere rubricata tra le prove di un pittore quasi sconosciuto, strappato da Liliana Barroero all’oblio del tempo nel 1983, e che risponde al nome di Prospero Mallerini. La tempera ha, infatti, una firma a penna in basso a destra, e nonostante sia parzialmente rovinata, permette comunque la lettura delle iniziali del pittore. Un dipinto che ha per il resto caratteri diversissimi perché rappresenta un tromp l’oeil, genere nel quale Prospero fu uno specialista, passato nel 2008 in un’asta Sotheby’s, presenta anch’esso una firma, mimetizzata nel basamento del putto che regge il cero a destra, con caratteri direi sovrapponibili e fondamentali per l’attribuzione del nostro foglio. 
Di questo intenso e dimenticato pittore, frequentatore a Roma – come testimoniato da alcune lettere conservate nel museo Thor- valdsen a Copenaghen – di Pietro e Vincenzo Camuccini, ma nei confronti dei quali non è documentato alcun apprendistato, si conosce un piccolo gruppo di opere sparse tra Umbria, Lazio ed Emilia. Una Via Crucis nella chiesa bolognese dei Ss Gregorio e Siro, realizzata con la tecnica della grisaglia, risulta allo stato attuale delle conoscenze il confronto più vicino alla nostra tempera. Più di un elemento risulta consonante. In essa si manifesta una strana scompostezza nei gesti e nelle pose delle figure che occupano completamente lo spazio, direi in maniera ‘contrappuntistica’, ed è palese in tutte le ‘stazioni’ un’inquietudine estremamente vitale che alla Barroero fa pen- sare a Felice Giani.

La nostra carta ha comunque un ductus non esattamente riscontrabile nelle opere finora note di Mallerini. Prospero all’epoca della commissione nella chiesa bolognese (1795) aveva già trentaquattro anni. L’opera in esame potrebbe quindi essere precedente, per una maggiore aderenza ai modi di Camuccini, che induce a pensare ad un artista ancora in formazione, mancando quella componente che nelle tele del pittore giunto alla maturità diviene cifra stilistica: un atteggiamento arcaizzante, neoseicentesco, innestato in un ‘telaio’ settecentesco, neoclassico. Potrebbe risultare quindi il più antico ‘documento’ riguardante Mallerini. Il nostro foglio è vergato anche sul recto da sapienti segni di matita al tratto, che nonostante le consistenti lacune lasciano intuire una ‘Predica agli apostoli’, e immaginare un intero ciclo sulla vita di Gesù. 
Franco Pozzi

 

 
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