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Scheda articolo 344544
Autore : Elisabetta Marchioni
VENDUTO Elisabetta Marchioni (XVII-XVIII) 
Epoca : Seicento

Elisabetta Marchioni (attiva a Rovigo dalla seconda metà del XVII secolo) "Vaso all'antica ricolmo di fiori" e "Grande vaso di fiori" coppia di oli su tela.

cm 80,5x60

Provenienza: Galleria Lorenzelli Bergamo.

Autentica del Professor Dario Succi.

 

Questa splendida coppia di composizioni floreali è opera tipica e importante di Elisabetta Marchioni, la pittrice di cui si ignorano gli estremi biografici e che fu attiva a Rovigo nella seconda metà del Seicento.

Bartoli, nel libro Le pitture, sculture, architetture di Rovigo (Venezia 1793), dopo aver affermato che l'artista era morta verso il 1700, offriva questo ragguaglio:

"La Marchioni celebre pittrice da fiori merita di essere annoverata nella nostra serie. Grazioso pennello ella ebbe, e cercò d'imitare la natura. L'occhio dell'osservatore resta talmente appagato nel vedere ne suoi dipinti freschezza, e verità, che mai si staccherebbe da di lei quadri. Moltissimi essa ne fece, e quasi tutte le case di Rovigo hanno quattro, sei, otto pezzi di questa Pittrice. [...]

L'immensa farraggine de' variati fiori sono talmente con eleganza, e buono intendimento disposti, che non generano confusione alcuna, ma piacciono ed

allettano soavemente".

La Pinacoteca del Seminario Vescovile di Rovigo conserva, oltre a vari vasi di fiori, un paliotto, dipinto per i padri cappuccini, con due Angioletti che sostengono l'ostensorio sopra un vaso di fiori, con ai lati altri due di più grandi dimensioni raffiguranti Vasi all'antica ricolmi di fiori. Uno dei due vasi, di stile cinquecentesco, assume un ruolo ornamentale che l'artista replica anche nel primo dei due dipinti qui studiati. L'Accademia dei Concordi di Rovigo possiede una natura morta di composizione più complessa, con fiori e frutta su

vari piani.

Le sperimentazioni più evolute di Elisabetta Marchioni preannunciano uno sviluppo di gusto settecentesco con esibizioni floreali ammantate di morbide velature, di tocchi sfrangiati, di delicate impasti cromatici che anticipano la raffinatezza formale dei fiori di Francesco Guardi. Le composizioni floreali in vasi poggianti su basi di pietra costituiscono il tramite più prossimo alla scuola guardesca e per tale motivo furono nel passato assegnati frequentemente a

Francesco Guardi.

Anche la coppia qui studiata, che era stata nel passato attribuita al Guardi, deve essere restituita alla Marchioni, essendo chiaramente legata al suo estro e al suo stile per la morbidezza liquorosa del tocco fatto di toni smorzati, per la vaporosa lievità che anticipa il gusto del Guardi, che si differenzia per il segno materico guizzante e l'acceso cromatismo con sottili variazioni di colore.

Il nostro pregevole pendant, databile agli ultimo anni del Seicento, è caratterizzato da un tocco materico, da un fare morbido, sciolto e spedito con variazioni cromatiche luminose che risaltano sul fondo scuro.

 

Dario Succi

 
Provincia di visione : IM (Imperia)