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Scheda articolo 379532
Autore : Domenico Facchinetti
Domenico Facchinetti (1675-1744) 
Epoca : Settecento

Domenico Facchinetti detto Domenichini (Venezia 1675 - 1744) "Paesaggio pedemontano con architetture classiche e figure" olio su tela, cm 27x34.

Autentica del Prof. Dario Succi.

Il dipinto sopra descritto, la cui immagine è riprodotta nella fotografia allegata alla presente scheda di studio, è opera di Domenico Facchinetti detto Domenichini, nato a Venezia nel 1675 e ivi morto nel 1744. L'artista era noto nel passato con lo pseudonimo di Paesista di Ca' Rezzonico, perchè autore di quattro dipinti appartenenti al Museo Civico Correr di Venezia (recanti numeri di inventario 1846, 1847, 1848 e 1849) ed esposti nel Museo del Settecento Veneziano di Ca' Rezzonico. Per questa ragione l'autore dei quadri, è stato anche denominato Maestro dei paesaggi Correr (ma sarebbe più corretto chiamarlo Paesista di Palazzo Carminati, che è il palazzo veneziano presso la chiesa di San Stae dal quale provengono).

I quattro paesaggi sono stati riprodotti da Terisio Pignatti nel catalogo, Museo Correr di Venezia.

Dipinti del XVII e XVIII secolo (Venezia 1960, pp. 311-313), e così descritti: "Nonostante il carattere singolarmente determinato del suo linguaggio, questo pittore rimane nascosto sotto l'anonimo. Appartiene evidentemente alla schiera dei seguaci di Marco Ricci, e si riconosce per la impaginazione nettamente scenografica, a quinte successive e per il colore ricco, luminoso, quasi abbagliato degli sfondi, battuti da una luce sfolgorante"

Egidio Martini, nel volume La pittura del Settecento Veneto (Udine 1982, p. 536, nota 286), si è soffermato su questo artista, proponendo di chiamarlo, nell'attesa che riemerga una sua opera firmata o documentata, Maestro delle montagne azzurre, perchè spesso nelle sue tele (come in quella qui studiata) l'orizzonte è chiuso da montagne cilestrine: "Tali paesaggi, spesso arricchiti da archi e architetture sul fare del Marieschi, si distinguono soprattutto per i toni azzurri dei monti lontani e per i gialli e rossi delle piante e dei primi piani". Un'altra caratteristica consiste nel gusto per la ripresa delle architetture in controluce con decisi giochi chiaroscurali.

Una ulteriore proposta, del tutto inattendibile, di identificare l'anonimo maestro con il pittore

Andrea Urbani (Venezia 1711-Padova 1798) è stata avanzata da Clauco Benito Tozzo nella sua monografia Andrea Urbani (Vicenza 1972, pp. 69-70, figg. 183-184).

 

Il progredire degli studi in questi ultimi decenni ha fatto riemergere con contorni sempre più definiti soprattutto la figura di Apollonio Facchinetti, figlio di Domenico e anche lui soprannominato Domenichini, inizialmente indicato convenzionalmente come Maestro della Fondazione Langmatt. A questo pittore, in evidente stretto collegamento con l'arte di Michele Marieschi, ho dedicato un ampio studio nel mio volume Michele Marieschi. Opera completa (Pordenone 2016, pp. 90-97).

Fatta questa necessaria premessa, ritengo che il Maestro delle montagne azzurre o dei Paesaggi Correr sia identificabile in Domenico Facchinetti detto Domenichini, nato a Venezia nel 1679 e ivi morto il 31 luglio 1744 all'età di settantacinque anni. Legato all'attività dello scenografo Lorenzo Domenichini (da cui derivò il soprannome) che nel 1696 lavorava per il teatro di San Cassiano e nel 1698 per il teatro Grimani ai Santi Giovanni e Paolo, Domenico compare per la prima volta nel 1709 quando prende in affitto un appartamento in calle del traghetto a San Simeon Piccolo; nel 1710 è descritto tra i pittori matricolati; nello stesso anno, in un inventario datato 23 novembre 1710, figura in veste di stimatore dei beni mobili appartenuti a Gerolamo Brunetti, tra i quali sono compresi ben ventotto "paesi" di sua mano. Nel 1712 è inserito nell'elenco dei pittori assoggettati alla tansa detta taglione e il 9 ottobre dello stesso anno si risposa con Nicolosa Borgoloro; nel 1719 è tansato dal Collegio dei pittori per due lire e mezza; nel 1736 risulta debitore di 24 lire per tributi non versati. Morì, come si è visto, il 31 luglio

1744.

Domenico Facchinetti ebbe tre figli pittori: Apollonio (1715-1757) che allo stato attuale è il più noto e studiato; Pietro Antonio (1699-1743) di cui non si conosce nessuna opera attribuibile con certezza; Iseppo (1717-ante 1767) che fu soprattutto vedutista.

II dipinto qui considerato, databile agli anni trenta del Settecento, sintetizza tutte le caratteristiche dell'arte di Domenico Facchinetti ditto Domenichini: l'impostazione scenografica a quinte architettoniche con monumenti classici alla Marco Ricci ripresi in controluce; le delicate tonalità azzurrine dei monti in lontananza; il giallo dei fiori in primo piano; le figurette sinteticamente delineate che animano la scena.

Dario Succi

 
Provincia di visione : IM (Imperia)