"La favorita del presidente", Enrico Baj, 1992, ceramica policroma.

"La Favorita del Presidente", scultura realizzata da Enrico Baj nel 1992, è un'opera affascinante e intrigante che si distingue per la sua vivacità e originalità. Realizzata in ceramica policroma, questa scultura rappresenta un viso ovale con capelli ricci dorati.

Ciò che colpisce immediatamente lo spettatore è l'uso audace del colore e la sproporzione dei tratti del viso. La bocca, il naso e gli occhi sono realizzati con colori diversi e sono accentuati in modo esagerato, conferendo all'opera un carattere espressivo e surreale.

Enrico Baj (1924-2003) è stato un eclettico artista italiano, noto per la sua versatilità come pittore, scultore e saggista. Dopo aver avviato gli studi di Medicina e successivamente Giurisprudenza, decise di dedicarsi interamente alla sua passione per l'arte frequentando l'Accademia di Belle Arti di Brera a Milano.

La sua carriera artistica è stata caratterizzata da una continua sperimentazione e dall'esplorazione di diverse tecniche e materiali. Collaborò con numerosi poeti e scrittori italiani e stranieri, tra cui André Breton, Marcel Duchamp e Umberto Eco, contribuendo con le sue illustrazioni a edizioni di testi classici e moderni.

Tra le sue più significative iniziative ci sono il Movimento della Pittura Nucleare e il Movimento internazionale per una Bauhaus immaginista, che testimoniano il suo impegno nell'ambito dell'avanguardia artistica. Le sue opere spaziarono dall'informale al surrealismo, utilizzando tecniche come il dripping, il collage e l'intarsio, e materiali eterogenei come legno, stoffa e plastica.

Profondamente influenzato dal surrealismo e dal dadaismo, Baj creò un'arte che rifletteva una visione critica e provocatoria del mondo moderno e della tecnologia. Esplorò temi sociali e politici, esprimendo una costante ricerca della verità attraverso la rappresentazione dell'uomo nucleare e del suo spazio. La sua produzione artistica si distinse per la sua capacità di trasformare la realtà in visioni mostruose e grottesche, evidenziando il predominio della forma sulla sostanza nell'era contemporanea.

L’opera misura 38 cm H, 29 cm L e 10 cm P con piedistallo; 3 cm P senza piedistallo.

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