Andrea De Lione
(Napoli, 1610 – Napoli, 1685)
Labano cerca gli idoli, 1635/1640
Acquaforte
misure: mm 249 x 327
Pittore italiano formatosi presso Belisario Corenzio (Acaia 1558 - Napoli 1646) dal quale apprese la tecnica ad affresco. Divenne poi uno dei migliori allievi di Aniello Falcone (Napoli 1607 - Napoli 1656) e presso la sua bottega studiò il nudo e si applicò al disegno. Il suo linguaggio artistico risente dell'arrivo a Napoli del genovese Giovanni Benedetto Castiglione detto il Grechetto (Genova 1609 - Mantova 1664) e di quanto studiato in occasione del viaggio a Roma intorno al 1674. Seppe maturare un linguaggio frutto della fusione fra Classicismo e Barocco romano che si traduce in un disegno morbido e simmetrico.
Nell'inciso in basso a sinistra si legge "Gio Benedetto Castiglione Genovese" e per tale ragione la stampa è stata sempre attribuita al Grechetto. Recentemente tuttavia Miriam Di Penta per affinità stilistiche nei volti, nelle capigliature e per la gestualità delle figure assegna l'opera a De Leone. La scena, che si svolge in un paesaggio caratterizzato da montagne sullo sfondo, animali e un grosso albero al centro, è tratta dal libro della Genesi (XXXI, 33 -35). Vi è raffigurato Làbano mentre cerca dentro un baule i suoi idoli che la figlia Rachele aveva rubato prima di fuggire con Giacobbe. Giacobbe è rappresentato in piedi a sinistra, mentre Rachele è seduta avvolta in un abito e con accanto il figlio. La scena è concitata. Nell'incisione ritroviamo influenze di Castiglione, di Poussin nel vaso d'argento abbandonato sul lenzuolo in una sorta di natura morta e dei modi di Pietro Testa (Lucca 1612 - Roma 1650). Il tratto fitto, le linee lunghe e parallele avvolgono la scena in una atmosfera grigio-argentea. Proponiamo un rimando a un disegno conservato al Victorian and Albert Museum nel quale, benché si tratti di un differente soggetto, ritroviamo la medesima composizione. Esemplare nel II/IV stato, con il graffio nel cielo ma prima dei graffi sulla pecora. Bartsch registra un dipinto di Castiglione e uno di Pietro Testa della medesima composizione.
Impressione eccellente. Ottimo stato di conservazione eccetto qualche piega in alto a destra. Minimi margini o esemplare rifilato lungo la battuta sempre visibile.
Bibliografia: M. Di Penta, Andrea De Leone, De Luca Editori d'Arte, 2011, D.25; B 4; TIB 4 (11) come Castiglione; Bellini 2 (Castiglione Il Grechetto).